Durata dei tentativi di rianimazione e sopravvivenza dopo arresto cardiaco in ospedale
Durante l’arresto cardiaco in ospedale, non è chiaro per quanto tempo si debbano continuare i tentativi di rianimazione prima di interrompere la procedura.
Uno studio ha valutato se la durata dei tentativi di rianimazione fosse diversa negli ospedali e se i pazienti degli ospedali dove i tentativi di rianimazione sono prolungati mostrassero maggiori tassi di sopravvivenza rispetto a quelli degli ospedali dove le procedure di rianimazione hanno durata inferiore.
Tra il 2000 e il 2008, sono stati identificati 64.339 pazienti con arresti cardiaci in 435 ospedali statunitensi presenti nel registro Get With The Guidelines - Resuscitation.
Per ciascun ospedale, è stata calcolata la durata mediana della rianimazione prima dell’interruzione dei tentativi nei non-sopravvissuti come misura della tendenza generale dell’ospedale verso tentativi più prolungati.
Modelli di regressione multilivello sono stati utilizzati per valutare l’associazione tra lunghezza dei tentativi di rianimazione e sopravvivenza aggiustata per il rischio.
Gli endpoint primari erano la sopravvivenza immediata con ripresa della circolazione spontanea durante l’arresto cardiaco e la sopravvivenza alla dimissione dall’ospedale.
Nello studio, il 48.5% dei pazienti ha raggiunto la ripresa della circolazione spontanea e il 15.4% è sopravvissuto alla dimissione.
Per i pazienti che hanno raggiunto la ripresa della circolazione spontanea, la durata mediana della rianimazione è stata di 12 minuti, rispetto a 20 minuti per i non-sopravvissuti.
Rispetto ai pazienti degli ospedali nel quartile con il più breve tempo dedicato ai tentativi di rianimazione nei non sopravvissuti ( 16 minuti ), quelli degli ospedali nel quartile con la durata più lunga ( 25 minuti ) hanno mostrato maggiori probabilità di ripresa della circolazione spontanea ( risk ratio aggiustato, RR=1.12; p inferiore a 0.0001 ) e di sopravvivenza alla dimissione ( RR=1.12 ).
In conclusione, la durata dei tentativi di rianimazione varia tra gli ospedali.
Benché non sia possibile definire una durata ottimale dei tentativi di rianimazione in base a questi dati osservazionali, i risultati dello studio suggeriscono che gli sforzi per aumentare in modo sistematico la durata della rianimazione possono migliorare la sopravvivenza in questa popolazione ad alto rischio. ( Xagena2012 )
Goldberger ZD et al, Lancet 2012; 380: 1473-1481
Cardio2012
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